Un segreto ben custodito: l’isola di Milos

Alla scoperta dell’isola di Milos

Imboccando la strada sterrata, segnalata da un cartello scolorito che serve più per far riposare le cornacchie che per indicare alcunché, ci si inoltra in un paesaggio immenso.

Distese aride, più pietraie che campi, qualche albero lontano che forse è un miraggio o forse una scultura astratta. Per il resto Nulla.

Non persone, non case e neanche travel blogger. Solo cielo e una strada sconnessa. Chi conosce il percorso dice che porta a Thiorichia e bisogna credergli sulla fiducia visto che non ci sono altre possibilità di verificare l’informazione.

Dopo qualche chilometro di saltelli, l’ovvio sospetto di aver sbagliato strada e la scontata esclamazione ”ma che paesaggio lunare” si arriva a uno slargo dove qualche cartello arrugginito dal tempo consiglia con categorica semplicità “stop here” di lasciare l’auto.

Oltre la curva, il mare. Sul costone che chiude l’insenatura si arrampica una cattedrale sventrata fatta di mattoni e rotaie. A guardar meglio sul fianco bucherellato della montagna si distinguono le gallerie in cui fino a qualche anno fa minatori pirandelliani si incuneavano per grattare lo zolfo.

Sono i ruderi di uno dei tanti impianti minerari che punteggiano la parte occidentale dell’isola. In acqua, i resti di un molo che serviva per imbarcare il materiale.

Sulla sabbia, un misto di rosso e grigio, tre persone. Tutt’intorno vento e silenzio. Paesaggi così, sull’isola di Milos ce ne sono dozzine.

Un segreto ben custodito: l’isola di Milos

Unica tra le isole greche, la più occidentale delle Cicladi vanta settanta spiagge diversissime tra loro per colori e conformazione, ma tutte mediamente solitarie. Merito della geologia che ha influito anche sulle vicende storiche dell’isola. Di origine vulcanica, Milos appartiene all’arco di sei crateri, per metà spenti, che parte dalle acque antistanti il Pireo e passa per Santorini attraversando tutto l’Egeo settentrionale fino a Lesbo, davanti alle coste della Turchia.

Il grande cratere che dominava l’isola è collassato circa un milione e mezzo di anni fa, dando origine alla caldera di Adamas, una delle baie più grandi e riparate dell’intero Mediterraneo. Per secoli l’eredità vulcanica ha rappresentato la vera ricchezza degli abitanti di Milos. Ossidiana, gesso, zolfo, ferro, qualsiasi minerale è stato raccolto e scavato, assicurando lavoro e benessere a generazioni di isolani. Pur impiegando meno personale di un tempo, le miniere rappresentano ancora oggi la maggior fonte di reddito per i 5rnila abitanti dell’isola, che così si sono potuti permettere di guardare al turismo con occhio distratto e senza troppo accanimento.

Il che, a ben vedere, rappresenta un valore e un’ occasione: per chi cerca la Grecia com’ era prima che la scoprissero orde di britannici in infradito e cacciatori di tramonti scalda cuore, Milos rappresenta un paradiso ben preservato.

Secondo lo scrittore Lawrence Durrell, “Milos è un dannato buco privo di interesse”. Da un certo punto di vista ha ragione, perché Milos è più famosa per quello che manca che per quello che c’è. Basta pensare alla Venere di Milo, la statua di marmo considerata il simbolo stesso della bellezza classica.

Rinvenuta per caso nei pressi del teatro greco a un chilometro da Plaka dal contadino Yorgos Kentrotas, venne immediatamente acquistata da Olivier Voutier, un ufficiale francese che la portò a Parigi e dopo un primo restauro la consegnò al re Luigi XVIII. Era il 1820: da allora è conservata al museo del Louvre, a Parigi mentre sull’isola non è rimasto che un cartello giallo che con mestizia indica il luogo del ritrovamento.

Ma Milos è famosa, si fa per dire, anche per altre assenze: dalla vita notturna ai villaggi turistici, dai bar alla moda ai negozietti di souvenir made in China, manca di tutte le amenità da industria vacanziera che vengono in mente quando si parla di Grecia. Quasi, quasi mancano anche la case bianche con la striscia blu che fanno tanto cartolina ellenica.

Così, negli anni si è preservata, e mantiene un suo fascino da ultima della classe, scoperta da famiglie di greci in trasferta estiva e da qualche sparuto inguaribile viaggiatore.

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10 commenti

  1. Molto interessante questo post perchè ci racconta di una Grecia che non siamo abituati a vedere. Grazie perchè con le tue parole ci hai permesso di avvicinarci a questo luogo con occhi diversi.

  2. Posso dire no ai locali notturni e i negozietti fashion, ma non no alle casette bianche e blu! 😛 ahaha La visiterei volentieri!

  3. Che bello sapere che un luogo così bello sia ancora autentico e poco turistico! Non ho mai preso in considerazione l’idea di andare a Milos, ma mi hai davvero incuriosito!

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