Violenza sulle donne: come chiedere aiuto

Woman with word Stop written on hand against dark background, closeup. Domestic violence concept

Violenza sulle donne: come chiedere aiuto. Nel 2023 i femminicidi sono 106 (dati aggiornati al 19 novembre 2023). A dichiararlo è l’ultimo Report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale di polizia. Sono dati sconvolgenti che evidenziano un problema di base nella cultura e nella società italiana, che ancora risente di un retaggio patriarcale che ha radici profonde.

Non meno inquietanti i numeri pubblicati in un’infografica Unicusano sulla violenza sulle donne, in cui si evince che in Italia almeno 7 milioni di donne dai 16 ai 70 anni hanno subìto violenza e che l’80% delle violenze si verifica in casa ad opera di partner o familiari. Prima di analizzare con cura il fenomeno del femminicidio, che va sicuramente indagato e in qualche modo fermato, è fondamentale partire dalle basi, che sono un’educazione familiare e scolastica che punti all’educazione emotiva e alla sessualità e un contrasto quotidiano da parte di tutti a ogni piccolo gesto che indica che ci troviamo di fronte a un soggetto che è condizionato da una cultura patriarcale.

Violenza sulle donne: come chiedere aiuto
Woman with word Stop written on hand against dark background, closeup. Domestic violence concept

Le iniziative in tal senso sono numerose e spesso sono realizzate ad opera di associazioni, enti pubblici o iniziative private che però non sono supportate da finanziamenti costanti e in linea con le risorse che servirebbero realmente. In questo articolo forniremo le indicazioni su come chiedere aiuto e le informazioni utili su come denunciare atti di violenza.

Violenza sulle donne: come chiedere aiuto

La violenza sulle donne è un fenomeno complesso che riguarda non solo la violenza fisica ma anche quella psicologia. Quando ci si trova in una situazione di sudditanza o di dipendenza dal proprio partner o dal familiare violento, è molto difficile trovare il coraggio anche solo di parlarne perché entrano in gioco meccanismi psicologici molto differenti, dalla paura dell’abbandono alla paura del fallimento e poi si è spesso vittima di un senso di colpa che scaturisce anche da un’educazione sentimentale che vede ancora la donna in un certo senso di proprietà dell’uomo con cui ha una relazione.
Ci sono diverse opportunità per poter chiedere aiuto, che vanno vagliate anche in base al tipo di violenza che si subisce.

Il gesto più immediato è la denuncia, che di fatto sancisce una presa di coscienza di un atto contro la legge e che attiva un meccanismo di protezione e di analisi dei fatti con il sostegno delle forze dell’ordine. Decidere di denunciare è un atto importante e, per essere ancora più decise nell’affrontare questo percorso si consiglia di rivolgersi ad avvocati preparati e richiedere il supporto di specialisti e anche della famiglia.

Tra i gesti più semplici per chiedere aiuto c’è poi il Signal for Help, un gesto da compiere con un movimento della mano che permette di segnalare un’aggressione. È molto utile impararlo sia per chiedere aiuto sia per offrire aiuto. Oltre a queste opportunità da singolo cittadino, ci sono poi delle strutture in grado di accogliere le persone vittime di violenza, i centri antiviolenza, che offrono supporto di vario tipo: dalle consulenze psicologiche al supporto per la ricerca del lavoro, dall’ospitalità all’assistenza legale. Il servizio è totalmente gratuito e possono accedere tutti.

Rappresentano uno degli strumenti più efficaci per il contrasto alla violenza secondaria e permettono alle donne di pensare a una nuova vita e di tutelare anche i figli.

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