L’importanza di educare con le regole per una crescita equilibrata

Quando si diventa genitori, oltre alla gioia della famiglia allargata, arriva anche il compito di educare con le regole i propri figli, per insegnargli a come comportarsi in tutte le situazioni, sia nell’ambiente interno alla famiglia sia nell’ambiente esterno. Educare significa guidare i figli in modo corretto, sviluppando le proprie potenzialità e di diventare autonomi e indipendenti, comportandosi bene in ogni situazione, perché senza educazione si sentiranno inadeguati, indifesi e allo stesso tempo in difficoltà in relazione dei limiti imposti dalla società.

Educare è il compito più difficile per i genitori che diventano guide e che devono stabilire delle regole da far rispettare. Proprio per questo oggi vogliamo darvi tutti gli spunti per farvi comprendere l’importanza di educare con le regole, per permettervi di vivere un cammino di crescita sano e autoregolato con alcuni esempli semplici e chiarificativi.

Per prima cosa è necessario dire che educare è personale e familiare e che l’educazione nasce dal senso etico e morale, influenzato anche dalla cultura e dagli usi e costumi del posto in cui si vive. Il bambino non nasce imparato. Assimila i comportamenti che vede intorno a sé e li fa propri e allo stesso tempo mette in pratica gli insegnamenti che gli vengono impartiti in casa.

Se si educa già dai primi giorni di vita, in modo graduale, il bambino cresce conoscendo molti dei comportamenti che deve tenere e che non deve tenere in determinate occasioni, dal contesto familiare a quello sociale. Proprio per questo educare con le regole implica un processo educativo che dura un periodo di tempo molto lungo.

Educare significa insegnare per proteggere

Educare con le regole significa insegnare ai propri figli come ci si comporta. L’insegnamento quindi è la spiegazione di una determinata azione in base alla situazione.

Educare significa insegnare per proteggere

Le regole variano da quelle più semplici, come quelle di lavarsi le mani prima di mangiare a quelle più complesse, come quelle di insegnare ai figli come ci si comporta in modo educato fuori di casa. L’educazione infatti è un cammino fatto insieme e che cerca di proteggere dalle esperienze negative. Attraverso la regola infatti, si spiega il comportamento da tenere nelle varie occasioni che protegge dall’ avere problemi, quindi dall’avere esperienze negative.

Chiaramente le regole familiari sono stabilite dal nucleo familiare e di conseguenza possono distinguersi dai modelli educativi che ci arrivano attraverso i media, che spesso seguono una modellistica di relazione e lifestyle che non deve essere per forza condivisa. I valori della famiglia, infatti, possono contrastare con alcuni valori dettati dalla società attuale. Ed è proprio questo il primo passo dell’educare con le regole familiari: aggiungere alle regole sociali che si condividono, i valori familiari per far vivere i nostri figli con pienezza e intensità tutte le esperienze di vita.

Educare con le regole progressivamente

Man mano che il bambino cresce, aumentano le regole e la pienezza delle esperienze che devono essere progressive.

Quando il bambino è in grado di mangiare da solo, gli si insegna ad usare le posate e il tovagliolo e allo stesso tempo, come ci si comporta a tavola. Una volta che il bambino ha capito che a tavola non si gioca con il cibo e sa comportarsi, quando andrà al ristorante saprà fare le stesse cose, quindi non serve dirgli di “comportarsi bene” perché sa già farlo in automatico.

Quando il bambino impara a camminare da solo, si può portare fuori a passeggiare all’aperto, mano nella mano sul marciapiede, spiegando che non si deve camminare sulla strada e che se bisogna attraversare bisogna attraversare sulle strisce pedonali oltre al ruolo del semaforo.

Quando il bambino è grande abbastanza da andare in bicicletta, dopo avergli insegnato a pedalare, è giusto dargli tutte le informazioni riguardo l’educazione stradale, su quello che può e non può fare. Educare con le regole inoltre, permette ai genitori di far vivere ai loro figli esperienze graduali senza anticipare nulla.

Regole verificabili e ragionevoli

In tutti i casi, le regole devono essere chiare, devono essere fatte una alla volta in modo semplice e allo stesso tempo verificabili e ragionevoli.

Per esempio, nelle regole di casa, si può stabilire un planning settimanale per riordinare la camera e per aiutare con le faccende domestiche.

Allo stesso tempo per guardare la televisione, si stabilisce il numero di programmi o di puntate che nostro figlio può vedere ogni giorno, anziché stabilire un’ora precisa per spegnerla, perché se il programma è ancora in onda, la regola non è ragionevole. Per questo è necessario dare la misura possibile in base al tipo di situazione che si viene a creare.

Per quanto riguarda quando attuare regole nuove è sempre importante programmarle a casa in tranquillità eventuali nuove regole. Questo implica dire un no oggi, prendersi il tempo per riflettere e allo stesso tempo organizzarsi con l’altro genitore, prendendo quindi un tempo organizzativo per analizzare la situazione generale e creare la nuova regola, perché rispondere su due pieni significa non ragionare e capire e quindi creare un precedente che può costare caro per l’equilibrio familiare.

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Educare con le regole non è vietare

Ma cos’è la regola? La regola non è ciò che vieta qualcosa, non è un divieto. La regola è la misura della relazione che noi abbiamo con gli altri e con il mondo, permette di conoscere come ci si comporta in un contesto prima di entrarci, per avere un comportamento educato e adeguato in quella determinata situazione.

Educare con le regole non è vietare

Le regole devono essere coerenti e quando i figli crescono, devono essere concordate in modo tale che non nascano fraintendimenti, spiegando il perché con un atteggiamento amorevole e dicendo di no quando è necessario.

Punizione e Gratificazione

Se la regola non viene rispettata nasce la punizione. Questa ha valore quando l’accordo che è stato stabilito con chiarezza non viene rispettato. Attenzione però: per punizione non si intende l’offesa o la punizione fisica, che non sono mai educative; le umiliazioni e le mortificazioni infatti hanno un impatto devastante per chi le subisce.

Punizione e Gratificazione

Per questo motivo la regola deve essere chiara per ogni situazione, per evitare confusione, per dare dei confini in cui è possibile vivere senza problemi, che se venissero oltrepassati diventerebbero trasgressione e in questo caso la punizione deve essere commisurata alla regola non rispettata.

Allo stesso modo, se le regole sono rispettate, i figli vanno gratificati, per fargli capire che il loro comportamento è corretto e quindi va premiato anche con un semplice “bravo”. Gratificare infatti significa far aumentare in una persona la considerazione che ha di sé stessa, la soddisfazione che prova per il proprio modo di essere.

Le regole cambiano con la crescita

Proprio per questo, ridiscutere le regole familiari man mano che i figli crescono seguendo un criterio di gradualità permette un’evoluzione e un’ampliamento del loro comportamento in base a determinate situazioni, sempre rimanendo in determinati limiti.

Le regole cambiano con la crescita

E’ importante capire che le regole familiari stabiliscono i confini concessi all’interno della realtà parentale e servono per preparare i figli a quelli che sono i confini della società. Quando i figli vengono introdotti alla socializzazione secondaria, le regole familiari si evolvono in altri tipi di regole, dalle regole urbane, quando si esce di casa, a quelle scolastiche, se si va a scuola, oltre a tutte le regole formali che non hanno a che fare con il genitore ma che se vengono trasgredite evolvono in una sanzione.

Non per niente la preadolescenza e l’adolescenza sono i periodi più delicati in cui le regole sono importantissime in quanto, i ragazzi, in questa età, riescono a capire il valore di cosa è giusto e cosa è sbagliato e allo stesso modo si affacciano al mondo e alle sue regole, scegliendo se rispettarle oppure no, con tutte le conseguenze del caso.

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