Quando muore il nostro amato Pet tutto cambia

Ci sono cose della vita che purtroppo nessuno può impedire, come la morte. Quando muore il nostro amato animale da compagnia, che termine terribile, per definire gli amici che abbiamo accolto nelle nostre case, tutto cambia. La casa si svuota all’improvviso di quella presenza insostituibile che ci accoglieva quando tornavamo a casa, che ci confortava e teneva compagnia ogni volta che volevamo o che ne avevamo bisogno. Lui non c’è più, noi cambiamo. Il legame incredibile che si instaura tra noi è difficile da poter catalogare con parole e sentimenti. Quando si stabilisce in modo forte, il nostro amato Pet diventa più che amore, qualcosa di unico e di profondamente doloroso quando questo si spezza.

Quando muore il nostro amato Pet tutto cambia
Mago Merlino rip 9/6/2023

Due parole su cosa ci è successo.

Noi di Atrendyexperience abbiamo accolto Mago Merlino nella nostra vita quindici anni fa. Era stato abbandonato in autostrada, in pieno agosto, su una corsia d’emergenza. Il destino ha voluto che scegliessimo proprio quella per fare una breve sosta, senza dover aspettare l’autogrill di turno. Lui ci ha visti e si è fiondato nel mezzo di trasporto, senza pensarci due volte. Immaginatevi la nostra faccia quando abbiamo visto quella cosina inaspettata, bianca e nera, arrivare velocemente da noi, dopo averci sentito parlare.

Avremmo dovuto lasciarlo in un rifugio animali, sapevamo cosa avrebbe comportato ospitare un gatto a casa, noi che in quel periodo lavoravamo tantissimo ma non abbiamo potuto. Era sabato sera… e Merlino, una volta giunto a casa nostra, dopo aver recuperato dalla suocera sabbietta per i bisogni e delle crocchette per gatti, si è fiondato sul nostro lettone. Come potevamo lasciarlo?

Merlino era il classico gatto da letto o comunque gatto da compagnia. Dove c’eravamo noi lui arrivava. Dormiva ore e ore sul letto appiccicato al nostro fianco, in mezzo alle gambe, in fondo ai piedi con tanto di morsichini nel cuore della notte, se per sbaglio ci si muoveva troppo…

E’ arrivato a casa nostra che aveva appena cambiato i denti da latte, quindi intorno al sesto mese di vita ed è rimasto con noi, seguendoci in ben 4 traslochi. Ha vissuto i miei nove mesi di gravidanza sulla mia pancia e quando è nata la Piccoletta di casa, dieci anni fa, non l’ha mai lasciata. Sono cresciuti insieme, hanno giocato, litigato, convissuto.

mago merlino e tess neonata

In questi quindici anni ne sono cambiate tante di cose ma onestamente, da quando è nata la piccoletta, abbiamo avuto una vita molto sedentaria quindi lui era sempre a casa con qualcuno, o comunque, era raramente da solo. E’ chiaro che, da animale da compagnia, si è trasformato in un vero e proprio membro della famiglia: un figlio, un fratello, un cucciolo eterno, un amico, un confidente, un consolatore…

Sempre tenuto bene, sempre coccolato e amato da tutti e 4 noi umani, ha mangiato crocchette di qualità e ha sempre avuto tutto quello che un gatto domestico potesse avere. Allo stesso modo lui ci ha dato così tanto, come ritorno gratuito e senza aspettative, che l’equilibrio che si era formato era a dir poco assoluto. Per qualche anno, Merlino ha convissuto con Nani, la gatta di mia suocera, più precisamente dal 2012 al 2017, quando la gattina ci ha lasciati, morendo di vecchiaia all’età di diciannove anni.

E’ proprio con la morte della micetta che ci siamo fatti mille domande se affiancare a Merlino un altro gatto piccino, cosa che avrebbe potuto non gradire, oppure lasciarlo solo, cosa che abbiamo fatto. In fondo, chi si immaginava che sarebbe vissuto ancora così poco? C’è chi insiste a dire che un gatto a quindici anni è vecchio…. ma quando mangia sano da sempre e vive una vita d’ozio totale a casa, quindici anni è l’inizio della vecchiaia, non certo la fine…

La rapida fine inaspettata

Un anno fa abbiamo fatto dei controlli in più a seguito delle sue tante ore di sonno ma le analisi del sangue erano buone, è semplicemente un gatto annoiato e pigro ci hanno detto. Intorno al 10 maggio, dopo varie settimane in cui non apprezzava più il cibo come una volta, abbiamo fatto nuove analisi del sangue che risultavano sempre normali. Peccato che il 23 maggio, dopo una decina di giorni, il suo appetito è cessato completamente, da gran golosone che era. Lo stesso giorno torniamo dal veterinario e facciamo l’eco addominale. Chi avrebbe mai immaginato che avesse una sospetta peritonite dovuta a varie strozzature del colon causate da masse non identificabili se non tramite biopsia?

La rapida fine inaspettata

Mentre l’ecografista parlava abbiamo cominciato a piangere proprio come ora, nonostante sia trascorsa ormai qualche settimana e dovrebbe “essermi passata”. Sai, ci si aspetta, gli restano sei mesi di vita, un anno di vita bla bla, non, forse alcuni giorni. Forse alcuni giorni!

Com’è possibile che dal nulla o comunque da pochi banalissimi sintomi, ci ritroviamo ad avere il gatto terminale? Il gatto è così. Fiero fino all’ultimo si adatta alle sue nuove condizioni senza frignare. Nel caso di Merlino non ha perso peso, il pelo è rimasto perfetto fino alla fine, non dava segni di star morendo fino all’ultimo.

Volevano fargli l’eutanasia eppure Merlino era ancora perfettamente in sé. Abbiamo rifiutato accollandoci tutto quello che avrebbe comportato fare le cure palliative a domicilio. Dopo tre giorni su e giù dal veterinario per le prime cure supervisionate dal team che ormai ci conosceva, 3 iniezioni al giorno e assistenza continua sono stati quello che abbiamo potuto fare per lui, che, dopo il 23 maggio è andato avanti a vivere di sola acqua per sedici giorni. In queste giornate però era sempre che si muoveva in autonomia.

Ci tengo a dire che si è scelto un posto in casa alla portata di tutti, la sua panchetta preferita. Li ha scelto di rimanere per tutto questo periodo. Dopo sedici giorni di sola acqua in cui aveva comunque leggermente cambiato aspetto, più tirato e più magro, ha vissuto altri tre giorni sempre vicinissimo all’acqua, addirittura, l’ultimo giorno proprio con il viso quasi immerso nella sua ciotola. Voleva stare lì.

Noi abbiamo fatto i turni, lo abbiamo assistito al meglio possibile di giorno e di notte. Lui ha resistito come un signore fino all’ultimo, andando in lettiera con le poche forze che aveva e sbandando pur di non farsela addosso. Sempre in contatto diretto con gli esperti di gatti, sapevamo che non stava soffrendo. Le sue posizioni a riposo erano normali non di chi ha dolore e questo fino all’ultimo suo istante di vita, il 9 giugno.

Quando muore il nostro amato Pet un grande pezzo del nostro cuore muore con lui

Noi abbiamo avuto la fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, di prepararci anche se per poco tempo, a questo evento drammatico. Rispettando la natura e i suoi equilibri non abbiamo potuto fare altro che dargli tutto il conforto e sostegno anche in queste due settimane e mezzo di cammino.

Tra le lacrime e la forza d’animo, siamo arrivati all’ultimo con lui, insieme a lui, amandolo fino alla fine e oltre. Il problema però è nato lì. Il pezzo di cuore che è morto insieme a lui è infinito proprio come il nostro amore per lui.

Ognuno di noi lo amava tantissimo e ognuno di noi ha sofferto e sta soffrendo in modo diverso eppure uguale. La reazione infatti è sempre quella di dover tirare avanti con la consapevolezza che lui non c’è e non tornerà. La casa è vuota. Oltre a non vederlo nei suoi posti preferiti che sono rimasti intatti, per ora, manca anche la stratosferica quantità di peli sparsi per casa, sulle coperte, sulle lenzuola, mancano i suoi rumori abituali, dalle crocchette mangiucchiate alle sei del mattino al suo risveglio, al rumore della sabbietta in lettiera quando andava a fare i suoi bisogni.

  • Il silenzio da gatto è devastante. Quello lo senti amplificato alla potenza.
  • Il mattino e il risveglio sono devastanti perché lui non è lì che ti guarda e ti segue in bagno per le coccole.
  • Il rientro a casa è devastante perché lui era sempre ad attenderci col pancino all’aria ad attendere i grattini sul pancino.
  • Andare in terrazzo è devastante perché lui in estate ci passava ore e ore, al riparo sotto un tavolino di rattan o sul pavimento, sempre con quel pancino all’insù.

Ed ecco che, col cuore rotto e la grande solitudine che Merlino ci ha lasciato, è inevitabile cambiare. Sui socials i tormentoni reels di animali diventano nausea pura o sofferenza. Fuori guardare un cane o un gatto fa venire voglia di piangere in modo ininterrotto.

Eppure mentre noi cambiamo, mentre facciamo i conti con quella che è la nuova vita senza lui, gatti e cani che si incontrano ci vengono incontro, si sdraiano a terra con il pancino all’insù per ricevere quei grattini che Merlino amava tanto. Che non ci abbia abbandonati del tutto?

Quando muore il nostro amato Pet un grande pezzo del nostro cuore muore con lui

Ed ecco che, quando muore il nostro amato Pet tutto cambia, come la prospettiva delle cose che fino al giorno prima avevano senso ed equilibrio e ora sono un vero e proprio caos. Ed ecco perché, quando accade è giusto rispettare questo dolore, senza doverlo commentare, senza fare nulla di avventato e di non apprezzato. Ci vuole tempo, per chi di più, per chi di meno, per poter riprendersi da questa situazione quando il legame instaurato con il proprio Pet è davvero forte.

Ed ecco che ora faccio i complimenti a chi sceglie di non avere animali in casa per non soffrire e chi invece ne ha vari, per soffrire meno in queste situazioni.

Per questo motivo, se state seguendo Atrendyexperience ed avete notato un po’ di freddezza e argomenti vari negli ultimi tempi, è perché quello che stiamo vivendo ci ha colpiti duramente e viene anche difficile continuare a fare le attività di sempre, come quella del blogging, perché anche se voi non mi vedete quando scrivo, di solito Mago Merlino era appiccicato al mio fianco a fare la nanna e ora, accanto a me, non c’è più e di conseguenza non posso coccolarlo mentre rileggo… e questa mancanza la sento anche qui, perché la sua presenza era fissa anche durante il mio hobby.

C’erano dei grandi progetti per Atrendyexperience a maggio, grandi, grandissimi. Il karma invece ha messo il suo bel paletto su queste scelte, sconvolgendo tutta la mia vita e quella della mia famiglia che da sempre fa parte anche del blog.

Quando muore il nostro amato Pet tutto cambia anche nelle piccole cose e, solo il tempo, non si sa quanto, servirà per ridarci la forza per andare avanti. Non la forza per tornare quelli di prima però. Perché questo evento trasforma in modo radicale certe persone, tra cui me.

Questo blogpost è stato scritto inizialmente in data 26 giugno 2023, scusate se lo leggete solo ora ma serviva del tempo anche per avere il coraggio di mandarlo in pubblicazione.

Quando il Maghetto ci ha portato le Miccioccine

In quel di agosto casualmente siamo venuti a conoscenza di due micette di pochi mesi, sottratte a un destino di randagie e inseparabili. Dopo varie settimane di dibattiti e discussioni in famiglia, avendo la Piccoletta e marito in depressione abbiamo deciso di adottarle. Peccato che, le Micioccine erano tre non due solo che non ci era stato detto subito… e la terza gattina bicolore, bianca e grigia, ha il musetto che ricorda quello di Merlino e i suoi atteggiamenti sono davvero inquietantemente similari… ed ecco che, rimango convinta che il Maghetto ci ha portato le Micioccine.

Non saranno mai come Merlino e non lo sostituiranno mai. E’ un nuovo cammino pieno di incognite ma almeno la casa ora non è più gelidamente silenziosa e la piccoletta di casa ha ricominciato a sorridere.

Tags : avere un gattogatto
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