Cannabis light: cosa dice la legge italiana tra lavoro in Parlamento e referendum

Cannabis light: cosa dice la legge italiana tra lavoro in Parlamento e referendum. È possibile coltivare la cannabis in casa Se la proposta di legge del M5S venisse approvata sì, ma è ancora presto per dirlo. Con il proposito di fare maggiore chiarezza, in questo articolo analizzeremo tale normativa, fermo restando che, per il momento, è possibile solo acquistare online i semi autofiorenti, ma senza farli germinare.

Cannabis light: cosa dice la legge italiana tra lavoro in Parlamento e referendum

Coltivazione domestica della cannabis light: ecco come stanno le cose

Montecitorio: sì alla coltivazione domestica, ora tocca all’Aula

Dopo quasi tre anni dalla proposta di legge per la coltivazione domestica della cannabis, pare che si sia aperto un varco a suo favore.

Infatti, il ventuno giugno di quest’anno la legge è stata approvata dalla commissione di Giustizia di Montecitorio, per cui a questo punto dovrà passare all’Aula.

Se dunque entrasse realmente in vigore, cosa succederebbe?

Secondo la proposta, sarebbe consentita la coltivazione di un numero massimo di quattro piantine di cannabis nella propria abitazione per uso esclusivamente personale.

Proprio in occasione di questo evento, il 23 giugno si è tenuta la giornata dedicata alla cannabis e la sua legalizzazione, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, dal Forum Droghe e da Meglio Legale.

A tal proposito, la coordinatrice di quest’ultima associazione, Antonella Soldo, ha definito questa giornata un’occasione per “confrontarsi, dibattere, divertirsi. Ma soprattutto fare pressione sulle istituzioni. Il 24 giugno è arrivato dopo molto tempo in Aula il testo sulla coltivazione domestica di cannabis. È il momento che le istituzioni traducano quella che è una popolare richiesta di buon senso”.

Inoltre, ha aggiunto che “si tratta di recepire quello che le sezioni unite della Cassazione hanno detto da tempo e cioè che coltivare per il proprio uso personale non può essere equiparato a un reato. Per non far passare in sordina questo importante appuntamento, che aprirebbe degli scenari futuri interessanti per una nuova proposta referendaria abbiamo chiamato a raccolta tutte le realtà che hanno promosso il referendum per una giornata di approfondimento, confronti, dibattiti, ma anche di divertimento, con oltre 80 ospiti e l’obiettivo di richiamare il Parlamento alle proprie responsabilità”.

Bocciatura del referendum per la legalizzazione della cannabis light: cos’è andato storto?

Con le sue parole, Soldo si riferisce chiaramente alle dichiarazioni fatte dal presidente della Consulta, Giuliano Amato, che aveva bocciato la proposta di referendum per la legalizzazione della cannabis nonostante le più di 630 mila firme raccolte quest’anno.

Il presidente, infatti, aveva definito la proposta inammissibile perché, a suo dire, il quesito era sbagliato e, qualora fosse stato accettato, avrebbe significato dare il via libera anche all’uso di droghe pesanti.

Eppure, secondo i due costituzionalisti Andrea Pertici e Michele Ainis non c’era nulla di sbagliato nel quesito, per un motivo semplice.

La richiesta era di modificare una frase dell’articolo 73 del Testo Unico degli stupefacenti, in cui si chiedeva di eliminare il verbo ‘coltiva’ dall’elenco delle azioni legalmente punibili.

Ora, secondo Amato, dato che nell’articolo si fa riferimento ad altre sostanze stupefacenti, il quesito viola espressamente gli obblighi internazionali.

D’altro canto, però, la cannabis è l’unica pianta che, se coltivata, permette di ottenere sostanze stupefacenti. Quindi, il problema è che il quesito è stato posto in termini forse fraintendibili, ma non sbagliati, secondo Ainis.

Nuova proposta di legge per la coltivazione domestica della cannabis: ecco cosa prevede

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, la proposta avanzata dal M5S dà la possibilità ai cittadini maggiorenni di coltivare fino a quattro piantine femmine di marijuana nella propria abitazione per uso esclusivamente personale.

Ad ogni modo, qualora si possedesse un quantitativo di cannabis superiore a quello consentito dalla legge, si rischierebbero dai due mesi ai due anni di reclusione, oltre a una multa pari a 2.000 euro.

Diverso, invece, se il cittadino in questione avesse con sé le cosiddette droghe pesanti: la multa arriverebbe a 10.000 euro e il periodo di reclusione potrebbe estendersi fino a quattro anni.

La proposta di legge prevede anche di punire severamente chiunque abbandoni siringhe a altri strumenti usati per fare uso di droghe nei luoghi pubblici (come i parchi, ad esempio), con lo scopo di scoraggiarne il consumo illecito.

Infine, è stato proposto di indire una giornata dedicata alla cannabis a settembre: in apertura di ogni anno scolastico, gli studenti ascolteranno interventi di personalità del settore in merito alle conseguenze negative di marijuana, droghe, tabacco e alcool, con il proposito di sensibilizzare i più giovani al tema.

Conclusioni

In questo articolo si è cercato di offrire una panoramica in merito alla coltivazione domestica della cannabis in Italia.

Tirando le somme, la proposta di legge è stata approvata da Montecitorio, ora si dovrà attendere l’ok da parte dell’Aula. Se così fosse, i cittadini potrebbero coltivare fino a quattro piantine di marijuana in casa senza incorrere in alcuna sanzione.

Inoltre, la proposta prevede l’istituzione di una giornata volta alla sensibilizzazione al tema della cannabis per gli studenti più giovani e si propone di rendere illegale l’abbandono di siringhe e altri strumenti pericolosi nei luoghi pubblici.

Al momento non ci sono ulteriori notizie, per cui occorrerà attendere nuovi sviluppi prima di affermare che la coltivazione domestica è concessa anche nel Bel Paese. Nel frattempo, oggi è ancora permesso acquistare prodotti certificati a base di cannabis presso negozi certificati come Sensoryseeds, il portale di riferimento del settore.

Tags : coltivazioni domesticheconsigli utili
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