Homeschooling: Come si insegna a casa, tutti i consigli pratici di chi lo fa davvero

Vuoi fare homeschooling, sai come si insegna a casa? Negli ultimi anni il fenomeno dell’educazione parentale, noto anche come homeschooling, è stato abbracciato da tante famiglie italiane. C’è chi comincia questo percorso di istruzione alternativa già dalla prima elementare, c’è chi lo sceglie più tardi, a corso di studi inoltrato. Quello che però preme, è come educare ed istruire in modo efficace i nostri figli e oggi voglio raccontarvi la nostra esperienza.

Noi di Atrendyexperience siamo molto alternativi, viviamo seguendo uno stile di vita slow living e, da quando è nata la Piccoletta di casa che oggi ha dieci anni, abbiamo intrapreso un percorso di vita ancora più particolare: un cammino di educazione ed istruzione dal suo primo giorno di vita, fatto quasi esclusivamente da noi genitori.

Il cammino di Homeschooling è personale e individuale, limitato quindi al nucleo familiare, quindi quando ci si confronta con altri homeschoolers, troverete millemila opinioni diverse, uniche e soprattutto, tutte da rispettare.

Homeschooling: Come si insegna a casa, tutti i consigli pratici di chi lo fa davvero

So che molti obiettano verso l’educazione parentale, ma ognuno ha la sua vita e sceglie di viverla come meglio crede. La famosa socializzazione c’è anche nei bambini che non mettono mai piede a scuola, solo in altri ambiti, più rilassanti e sereni… dal parco giochi, al campo da gioco, alla classe di danza, di judo, al corso di disegno, di inglese…

Detto questo, uno dei crucci e delle tensioni più grandi che si possono avere quando si sceglie di fare questo percorso è come si insegna a casa. Sono tante le mamme che mi chiedono come faccio a fare questo o quello o che mi seguono sul profilo personale FB per vedere come affrontiamo la vita di istruzione della Piccoletta di casa. Proprio dopo l’ennesimo dubbio di una amica, in merito a come insegnare a un bambino che non va a scuola, eccomi qua a dire la mia.

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Il nucleo familiare deve essere concorde su questa scelta

Questo post è una sorta di provocazione/riflessione per chi vuole intraprendere questo percorso di studi o per chi vuole ostacolarlo. Non si parla di pedagogia, non ci sono consigli da maestra, solo constatazioni e consigli di vita.

Già perché capita spesso che la “famiglia” o meglio i familiari che non appartengono al nucleo familiare di chi vuole fare la scelta di homeschooling sia contrario e dica la sua, a sfavore di questo tipo di soluzione alternativa. Il primo passo per fare educazione parentale è quello di avere l’unanimità in casa: i genitori devono essere consapevoli di questa scelta e l’impegno che ne comporta e di conseguenza sapere esattamente a cosa vanno incontro. Tutti gli altri, nonni, zii, cugini ecc, possono anche dire la loro ma è il nucleo familiare a decidere e non farsi influenzare da altri.

Lo stesso vale per chi ha amici e parenti che magari hanno fatto questa scelta. Non è una cosa semplice e non va fatta perché va di moda… fare homeschooling, per un genitore significa prendersi carico di tutte le responsabilità di istruzione dei propri figli, sostituendosi dunque a quella fornita dallo Stato attraverso la scuola pubblica e privata e a tutte le realtà di istruzione alternative.

Homeschooling infatti è la “scuola a casa” e più propriamente, quella in cui i genitori si sostituiscono alla figura di educatore anche nell’ambito di istruzione scolastica. Già perché noi genitori diventiamo naturalmente educatori al momento della nascita dei nostri figli. Nella maggioranza dei casi, col passare del tempo e per vari motivi, alcuni di noi delegano ad altri questo compito… ed ecco che ad educare ci pensa l’asilo nido, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e così via.

Chi sceglie l’homeschooling invece, continua ad educare in modo naturale, inserendo in questo cammino familiare anche quello d’istruzione, il tutto sotto il controllo delle autorità competenti che a fine anno scolastico verificano le abilità di ogni bambino o ragazzo homeschooler con l‘esame di idoneità.

Come si insegna a casa: le basi non sono uguali per tutti

Fatta questa parentesi è chiaro che chi sceglie di abbracciare l’homeschooling come stile di vita deve mettersi in gioco ogni giorno: nessuno nasce preparato o preimpostato nell’educazione parentale, ogni giorno va vissuto come speciale. L’homeschooling infatti, nasce come forma di istruzione senza vincoli di orario, senza obblighi da seguire, senza verifiche o interrogazioni a sorpresa. Non c’è anarchia quando si fa educazione parentale, c’è il grande rispetto dei tempi e degli umori dei nostri figli/allievi e di noi genitori.

Quando c’è la luna storta, il programma che si era stabilito per la giornata probabilmente salta perché da una parte o dall’altra non c’è la serenità totale per affrontarlo. Lo stesso vale quando c’è una bellissima giornata, perfetta per andare a passeggiare al mare o al parco, parlando della natura, osservando le cose. Insomma, come si insegna a casa?

Il primo passo è quello di avere un legame molto forte con il figlio che ci rispetta come figure genitoriali e insegnanti.

Se manca questo rispetto di base, tra figlio e genitore, come può un figlio a riconoscere nel genitore un insegnante? Chi sceglie di fare homeschooling ha un rapporto genitori/figli molto naturale, in quanto il figlio viene istruito ed educato senza istituzioni intermediarie, creando una connessione forte, un legame diretto, solido, senza distrazioni, dove la parola del genitore ha la sua importanza e di conseguenza un grande valore.

Chi invece decide di ritirare il figlio da scuola e di cominciare questo percorso, deve pensare che serve un periodo di non scuola per poter trovare i nuovi equilibri educativi prima di poter avviare un buon percorso di homeschooling, a meno che non ci sia la consapevolezza e l’accettazione immediata da parte del figlio.

Ognuno di noi è un individuo a sé stante

Inoltre ognuno di noi è diverso: non è possibile paragonare una famiglia ad un’altra, come un bambino ad un altro. Ognuno è un individuo con la sua testa pensante in modo unico, i suoi gusti, i suoi hobby. L’homeschooling permette quindi a un genitore di potenziare le qualità di un figlio in modo più facile. Seguendo il suo percorso che non viene orchestrato dalle istituzioni, un bambino tira fuori le sue capacità in modo più naturale. Studiare a casa senza obblighi, senza confronti, senza rivalità, permette di affrontare ogni materia in modo pulito, senza tensioni, con gioia o con noia in base al tipo di argomento.

Ed è proprio la reazione che ognuno ha verso un argomento che va osservata con attenzione da chi gli insegna, perché ci sono molti modi per affrontare una materia specifica, va trovato quello più adatto, quello che non fa addormentare, quello che fa stupire. Per chi vuole sapere come si insegna a casa, la fantasia è la chiave di ricerca che non deve mai essere messa da parte.

Insegnare a un figlio non significa dimenticarsi o rinnegare di come abbiamo vissuto noi la scuola ma ricordare quali sono le cose da migliorare e che avremmo preferito vivere meglio. Vi dico che la matematica è bella, eppure io la odiavo a scuola, ma ora, insegnando alla Piccoletta di casa è stimolante e affascinante, perché da adulta, ho avuto modo di esplorare gli argomenti da affrontare e trovare i metodi più interessanti per farla mettere in pratica.

Ho già avuto modo di parlarvi del materiale didattico degli homeschoolers, nato da un’analisi e selezione accurata dei vari libri e metodi di studio. Oggi abbiamo la fortuna di avere il web a disposizione, di poter accedere virtualmente allo sfoglia libri delle case editrici, di iscriverci ai vari gruppo di insegnamento o di homeschooling presenti in Italia, di confrontarci con i nostri pari. Da tutto questo, credetemi, i metodi interessanti per insegnare a casa si trovano eccome.

Come si insegna a casa: apertura mentale, empatia e rispetto

Conosciamo i nostri allievi. Li abbiamo visti nascere e crescere, conosciamo ogni loro sguardo, ogni smorfia, ogni atteggiamento. Quando iniziamo il percorso di homeschooling è il momento più delicato, quello più difficile, quello più ricco di dubbi e domande. E’ la prima volta per noi e per i nostri figli e la paura di non aver successo è elevata per chiunque. Insegnare a leggere e a scrivere, fare i primi conti, approcciare con le varie materie, è un impegno incredibile, una sfida bellissima da vivere con tutte le sue emozioni.

Come si insegna a casa è istruire col cuore. Noi abbiamo cominciato questo percorso con la consapevolezza di volerlo fare nel pieno rispetto della Piccoletta di casa. Per questo, abbiamo atteso quel momento speciale, quello in cui ha avuto uno scattino di crescita che ci ha fatto capire che era pronta. Da un giorno all’altro infatti, il suo modo di parlare, la sua attenzione verso la conoscenza si era fatto diverso, più partecipe. Ed ecco che, io, come sua insegnante, ho colto l’attimo e da lì siamo partite e in due settimane la lettura era avviata e poco dopo, la letto-scrittura: il tutto naturalmente.

Con il tempo anche la Piccoletta è cresciuta e a sua volta è diventata sempre più consapevole di questa scelta di istruzione. Facendo danza classica e altre attività in cui è in contatto con altri bambini della sua età, il tema scuola è ricorrente e così anche la sua comprensione di quello che fa a casa e quello che vivono i suoi pari a scuola. Questo confronto le ha permesso di apprezzare molto la vita da homeschooler e tutti i suoi grandi vantaggi.

Il tutto perché come si insegna a casa non è come si insegna a scuola. Siamo noi genitori con i nostri figli come allievi. Siamo noi che li conosciamo bene, nei minimi dettagli. Siamo sempre noi che capiamo quando è ora di fermarci, quando è ora di riprendere, quando è ora di ribaltare il programma ideato e fare tutt’altro, stravolgendolo radicalmente.

Come si insegna a casa: il programma c’è ma è versatile

Per sostenere l’esame di idoneità è necessario fare un programma di studi base basato sulle direttive del MIUR, che permette di raggiungere gli obiettivi presentati nel programma di studi su cui viene strutturato l’esame da sostenere. Per questo ogni anno, preventivamente, è necessario fissare i punti base e gli obiettivi su cui costruire un piano di studio.

Noi abbiamo scelto di usare i libri scolastici di nostro gradimento, di avere anche quelli adottati dalla scuola di vigilanza e di affiancare il tutto da attività artistiche, alternative e da ricerca multimediali e, per abbellire il tutto, abbiamo fatto acquisti di penne e quaderni wow, per stimolare la piccoletta di casa che ci deve scrivere e imparare.

Come si insegna a casa: il programma c'è ma è versatile

Ora che la Piccoletta è più grande e abituata a studiare in questo modo alternativo, è lei che ha strutturato un programma di base settimanale composto da tre, quattro ore di studio al giorno, con tanto di materie per giorno ecc. Pensate che lo rispettiamo? Una volta su cinque, forse sì!

Come si insegna a casa è una abilità che si acquisisce di giorno in giorno. Chi insegna deve studiare le lezioni in anticipo, vagliare tutto il materiale a disposizione per creare lezioni interessanti, anche con attività alternative da affiancare ad ogni argomento.

Noi quest’anno abbiamo adottato un maxi quaderno a spirale, bellissimo, su cui stiamo creando un lavoro continuato su storia, con tanti riassunti, curiosità, disegni, mappe. Per arricchirlo in modo originale e artistico, abbiamo cominciato a lavorare mappe su carta lucida, incidere bassorilievi su fogli di rame, usato mascherine chirurgiche per simulare papiri egiziani, creato disegni 3D che si aprono come pop up per raccontare leggende e curiosità sulle antiche civiltà.

Giorno dopo giorno, ogni argomento e ogni materia prende vita, assume una sfumatura nuova, apre un dibattito, una riflessione, ma ogni giorno il tutto è versatile, cambia in base al tempo, all’umore, alla soglia di attenzione.

Anche la famigerata matematica si è trasformata in un cammino evolutivo fatto di saltini, di colori, di scalini. Ed ecco che il numero decimale e le frazioni non fanno più paura ( come a noi ai nostri tempi ) e il problema diventa un indovinello oppure un’indagine da veri detective con tanto di distintivo.

E cosa c’è di più bello che creare questo percorso unico per i nostri figli, decorandolo anche con le loro passioni? Come si insegna a casa quindi è un nuovo cammino di vita, fatto di diverse esperienze tutte da ricordare, per il grande impegno che ci dobbiamo mettere e per l’entusiasmo che ci deve infondere ogni argomento.

Ogni lezione è un nuovo stimolo, un modo di imparare per noi adulti, che ci troviamo a rivivere certi argomenti sotto un’altra ottica, a studiare nuovi metodi, approfondire le curiosità e a metterci in gioco, accanto ai nostri figli, ad imparare con loro che apprendono spiegandoci, che ci correggono quando ci sfugge qualcosa, che sorridono davanti ad argomenti che noi, tornando bambini, abbiamo detestato.

Come si insegna a casa: ogni bambino vuole il suo metodo

Ogni bambino ha le sue preferenze, le sue forze e le sue debolezze e, per chi deve insegnare a casa, queste vengono fuori abbastanza presto perché non c’è una classe da gestire, nuovi giovani allievi da conoscere. Giochiamo in casa, conosciamo bene i nostri figli e proprio per questo, sulla base del loro essere, dobbiamo strutturare un programma adatto.

Studiare a casa significa riuscire a raggiungere un traguardo stabilito a monte, con i ritmi e i tempi dei nostri figli, creando un programma basato sulla loro capacità e personalità. L’obiettivo per noi che insegniamo a casa, non è la certificazione di fine anno, ma l’aver insegnato qualcosa di utile a nostro figlio che, con il nostro aiuto o in autonomia, riesce a comprendere in modo chiaro e senza lacune, un argomento o una lezione di vita.

Personalmente, per farlo, io creo dei traguardi a breve/medio termine, non a lungo termine. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che basta poco per dover sospendere le lezioni per qualche giorno a causa di quello o di quell’altro, quindi è meglio dividere il percorso di studi annuale in più step, per arrivare ad aprile in modo più armonico e senza fretta possibile.

In questo modo, le lezioni e i nuovi argomenti, si svolgono in modo più sereno e tranquillo sia da parte mia come educatrice sia dalla Piccoletta di casa, che, senza ansie, continua il suo percorso di istruzione fino a fine aprile, per poi cominciare il ripasso e la preparazione del materiale da far visionare all’esame di metà giugno.

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Come si insegna a casa: hobby e passioni si fondono con l’istruzione

Nel nostro caso specifico, l’istruzione della Piccoletta di casa si fonde insieme ad alcune passioni che ha, a casa e fuori casa.

Come si insegna a casa: hobby e passioni si fondono con l'istruzione

Per quanto riguarda le passioni a casa, lei ama leggere riviste per bambini della sua età, ha una collezione di romanzi per ragazzi e fumetti da far invidia, ama fare le parole crociate e i rebus, album di figurine.

Ha manuali per disegnare passo dopo passo i manga e quelli di disegno base, album da disegno, materiale artistico di ogni tipo oltre a tanti giochi classici. Per lei niente videogiochi, tablet o smartphone, sta bene con le attività manuali e tradizionali ed è felice così.

Fuori casa invece, fa varie attività ludiche ed educative di cui è appassionata da quando era piccola, insieme ad altri coetanei con cui non ha alcun problema di socializzazione.

Tutte queste attività extra, si fondono insieme alla sua istruzione. Quando studiamo storia o geografia, c’è sempre l’articoletto letto su Focus Junior o la figurina che deve mostrarmi, o il racconto di quello che ha sentito nei vari documentari… ed ecco che la sua educazione si fonde con la sua vita reale, in ogni ambito e contesto, in modo ludico e allo stesso tempo spontaneo e sereno!

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