Storia del bon ton, quando e come nascono le regole delle buone maniere.

In un mondo caotico e confusionario come quello di oggi vi proponiamo la storia del bon ton in breve, il suo significato, quando e dove nascono le buone maniere , dal honestum al decorum, tutto quello che c’è da sapere sulla nascita del galateo, l’arte delle buone maniere e la sua evoluzione fino ai giorni nostri!

Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di bon ton ma cos’è e che origini ha? Come si è evoluto nel corso della storia e cosa è rimasto oggi delle regole di comportamento? Ed ecco a voi tutto quello che c’è da sapere sulla storia del bon ton, quando come e dove nascono le regole delle buone maniere!

storia del bon ton

Bon ton cosa significa

Prima di raccontarvi in breve la storia del bon ton vogliamo fare chiarezza su questo termine che negli ultimi tempi, un po’ per moda un po’ per il termine stesso più particolare ha sostituito il nome più classico “galateo”. Il galateo, comunemente noto come bon ton, raccoglie l’insieme delle norme di comportamento con cui è identificata la buona educazione: si tratta di un codice vero e proprio che nel costume, stabilisce le aspettative del comportamento sociale in ogni tipi di occasione.

Storia del bon ton: quando nasce e come si evolve

Il bon ton, il galateo, l’arte di sapere vivere, è un codice convenzionale di “buone maniere” che ha le sue origini nel periodo rinascimentale, quando ci fu una differenziazione tra la morale virtuosa, honestum, e le forme di comportamento, decorum, cominciarono a delinearsi in modo più specifico differenziandosi progressivamente.

Fu proprio nel XV secolo che, con il declino della cultura di corte, la virtù e il contegno esteriore, concetto unico ed imprescindibile esclusivo della casta cortigiana e cavalleresca, cominciò a divulgarsi, estendendosi a tutta la popolazione. Questi ideali di comportamento, legati all’antica istituzione dei cavalieri, divenne quindi collettivo ma successivamente, con l’avvento dell’Umanesimo, le regole di comportamento diventarono rigide e basate sugli obblighi morali.

Questo passaggio fu la conseguenza dell’opuscolo De civilitate morum puerilium scritto da Erasmo da Rotterdam, che diede delle regole rigide sull’educazione comportamentale. Queste indicazioni molto inquadrate, vennero prese alla lettera o adattate alle esigenze sociali fino alla fine del XVIII secolo, quando, nel trattato del conte Baldassare Castiglione, l’uomo civilizzato era l’uomo cortese, il Cortegiano.

Questa figura quindi rimaneva la sola capace di porsi in modo raffinato e cortese, abile nel gestire i contatti sociali, mosso dagli ideali di bellezza ed estetica e allo stesso tempo capace di affermare i suoi interessi e a farsi valere nella società. Ed ecco che in questo modo si definisce sempre di più la storia del bon ton e dell’uomo educato con garbo, intelligenza e cortesia. Questi canoni di comportamento conservarono la loro validità nell’ideale dell’ honnête homme, fino al XIX secolo.

Ed ecco che, con l’arrivo dell’epoca moderna, sia i cortesi sia i borghesi, si rifacevano ai precisi dettami dell’etichetta e del cerimoniale, in particolar modo a tutte le regole della buona educazione, sia quelle riguardanti l’agire sia quelle di parlare, in politica e in società, dando vita a una grammatica del comportamento, la forma corretta delle diverse azioni da compiere nei rapporti interpersonali, un disciplinamento del comportamento.

Questo inquadramento riguardava tutti gli atteggiamenti cortesi ed educati in ogni tipo di rapporto sociale: dalle forme più adeguate di saluto e di commiato anche della corrispondenza epistolare, dati dall’esigenza di infondere nell’individuo sicurezza nelle relazioni sociali per poter affrontare ogni tipo di situazione con disinvoltura.

La storia del bon ton si concretizza quando Monsignor Giovanni Della Casa scrisse il celeberrimo trattato Galateo overo De’ Costumi: il titolo di questa opera diventò il simbolo di questo codice comportamentale, galateo, e il codice delle norme descriveva in modo completo le regole di buona educazione delle relazioni tra gli uomini civili.

In questa opera veniva descritto l’ossequio di un determinato galateo in base ai ceti: le classi superiori non dovevano osservare le regole verso i ceti inferiori che invece dovevano rispettarle nei confronti delle fasce superiore. Queste regole però erano quindi discriminanti nei confronti dei subalterni che dovevano sempre rispettare i membri delle classi più alte.

Questo atteggiamento discriminante venne rivisto con l’avvento dell’Illuminismo, dove la storia del bon ton ha il suo primo declino in quanto si cominciò a parlare di uguaglianza e di felicità universali. Secondo l’Illuminismo i rapporti umani dovevano fondersi sulla convivialità e sull’amore per il prossimo e le regole del bon ton, dovevano cedere il posto alla naturalezza e all’apertura, ma questa nuova concezione di educazione sociale, portò a uno squilibrio e a una critica dell’ordine gerarchico che portò insicurezze e incertezze nei contatti sociali.

La storia del bon ton torna alla ribalta all’inizio del XIX secolo quando l’assimilazione delle buone maniere si rivela fondamentale per chi voleva affermarsi nella società: le forme aperte di comportamento sociale scomparirono e al suo posto tornò la buona creanza, la buona educazione, di chi voleva emergere e affermarsi come i piccoli borghesi.

Intorno al 1850, il galateo viene investito di nuove connotazioni ideologiche e intenzionali, dove il portamento corretto e il linguaggio corporeo compassato erano il passe-partout della società borghese, trasformandosi quindi nelle buone maniere borghesi, in cui si manteneva il contegno, dominando emozioni, affetti e il proprio corpo dagli istinti. L’autocontrollo stava alla base del nuovo bon ton, dove le donne e fanciulle si dedicavano alla cura dell’etichetta e della conversazione, soprattutto nella moda e società, limitando le attenzioni verso altre forme di educazione spirituale e sentimentale. Gli uomini invece manifestavano il loro contegno dominando il loro copro e mantenendo le buone maniere nelle relazioni con gli individui dello stesso ceto e delle classi superiori e il contegno borghese diventò così forte che ristabilì in modo molto marcato i confini con le classi inferiori, che invece dovevano dimostrare nuovamente il rispetto e le buone maniere verso quelle superiori, trasformando la storia del bon ton in buone maniere a carattere universale.

A scuola di bon ton: Saper Vivere di Donna letizia

a scuola di bon ton con Donna Letizia

Verso la fine dell’800 e l’inizio del novecento la storia del bon ton dal disciplinamento sociale comincia a lasciare più spazio allo snobismo e all’ostentazione per poi cadere nuovamente nell’oblio. Solo nel secondo dopoguerra, in Italia, Colette Rosselli scrive la “bibbia” del galateo, Saper Vivere di Donna Letizia, suo pseudonimo, con consigli e regole di comportamento dedicati alle donne, in quanto durante le guerre erano stati dimenticati. Questa rubrica raccoglieva tutte le regole di bon ton che tornarono molto utili nel dopo guerra dove l’etichetta tornò alla ribalta agli arbori del boom economico.


La storia del bon ton negli anni ’60

La storia del bon ton è direttamente correlata ai cambiamenti sociali. Una delle più grandi rivoluzioni culturali e sociali è quella degli anni ’60, la rivoluzione culturale ispirata dagli ideali illuministici di naturalezza e spontaneità della persona, che portò alla flessibilità dell’etichetta e delle buone maniere, rafforzando nuovamente l’individualizzazione e l’universalità.

La storia del bon ton oggi

Il galateo oggi è un codice di regole di comportamento che sta tornando alla ribalta in contrapposizione a tutti i cattivi costumi e la maleducazione che è sempre più diffusa. Per quanto riguarda le regole di bon ton le più famose sono quelle della moda, abbiamo già avuto modo di parlare di dress code le regole di galateo negli eventi formali.

Trovi qui le 8 regole di bon ton della moda

Leggi anche: stile bon ton nella moda

Ad ogni modo al bon ton della moda si affiancano anche le regole di comportamento e le forme di saluto, ma anche come si apparecchia la tavola in base al galateo. Noi di A Trendy Experience amiamo molto questo argomento per questo ci piace parlarne!

Tags : bon tongalateoregole di comportamento
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